In occasione di questo Primo Maggio sarebbe opportuno fare qualche riflessione sul mondo del lavoro e sui lavoratori che in qualche modo ne sono vittime. Un articolo del Corriere della Sera ci racconta di un metalmeccanico che conta le morti sul lavoro. Marco Bazzoni ogni mattina cerca di scoprire quante ce ne sono state in tutta Italia, e dall’inizio del 2019 a oggi ne conta già 145. Ma potrebbero essere di più. In Piazza Politeama a Palermo sono state installate 1133 sagome in ricordo delle vittime sui luoghi di lavoro nel 2018, anno che purtroppo segnala un aumento del 10%. Il triste fenomeno delle “morti bianche” è il tema scelto dal sindacato Ugl con l’iniziativa “Lavorare per vivere”. Nessuno striscione, nessun corteo, niente musica, dunque. Un tour che coinvolge tutta l’Italia e che vuole lanciare il messaggio: “la strage sul mondo del lavoro deve finire”.
“Siamo in presenza di un’emergenza nazionale”, ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, “per cui dignità e sicurezza sul lavoro devono essere una priorità per il Paese, attraverso la diffusione di una maggiore cultura della sicurezza tra i lavoratori. A riguardo, è necessaria un’adeguata formazione del personale, soprattutto in quei luoghi dove il rischio di infortuni è elevato. In tal senso, l’Ugl sta anche avviando una campagna di sensibilizzazione nelle scuole al fine di avvicinare al tema della sicurezza anche i giovani, i quali saranno i futuri lavoratori e imprenditori del nostro Paese”. A questo proposito Inail e Fincantieri hanno siglato un protocollo d'intesa per lo sviluppo della cultura della sicurezza sul lavoro e per la realizzazione di attività e progetti per la riduzione sistematica degli infortuni e delle malattie professionali. Elemento centrale del programma di interventi che si stanno definendo è una maggiore consapevolezza del contesto logistico e operativo per ridurre i rischi.
Anche alla Regione Lazio è stata siglata un’intesa da enti, sindacati e associazioni. Circa 2 milioni di euro per il triennio 2019-2021 da investire in iniziative che coinvolgono diverse attività economiche: agricoltura, edilizia, logistica, servizi, manifatturiero e lavoro digitale finalizzate alla tutela della salute dei lavoratori e a contrastare gli infortuni. I punti fondamentali dell'accordo sono molteplici. Iniziative di sensibilizzazione e diffusione della cultura e della pratica della salute e della sicurezza in ogni ambiente di lavoro. La promozione della sicurezza sul lavoro come etica di responsabilità sociale. Il finanziamento di corsi di formazione dedicati ai lavoratori, ai datori di lavoro delle piccole e medie imprese e ai piccoli imprenditori. L’elaborazione di strumenti standardizzati per la valutazione dei rischi per comparti lavorativi destinati alle micro e piccole imprese. L’elaborazione di metodologie e strumenti per la prevenzione, l'analisi e la valutazione dei rischi specifici. Ogni azione è orientata evidentemente alla prevenzione e al contrasto degli incidenti sul luogo di lavoro in itinere, cioè nel tragitto casa-lavoro. Non resta che augurarci che tutto ciò contribuisca, in tempi brevi, a una effettiva riduzione dei rischi effettivi e delle vittime.